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venerdì 29 febbraio 2008

Quand la lune est si pâle


Il est des heures, où
Les notes se détachent
Les larmes s'effacent
Il est des heures, où
Quand la lune est si pâle
L'être se monacale
Mais
Je erre comme une lumière
Que le vent à éteinte
Mes nuits n'ont plus de paupières
Pour soulager une à une,
Mes peurs de n'être plus qu'une.

Je n'ai pas le temps de vivre
Quand s'enfuit mon équilibre
Je n'ai pas le temps de vivre
Aime-moi, entre en moi
Dis-moi les mots qui rendent ivres
Dis-moi que la nuit se déguise
Tu vois, je suis
Comme la mer qui se retire, de
N'avoir pas su trouver tes pas


Il est des heures où
Mes pensées sont si faibles
Un marbre sans veines
Il est des heures où
L'on est plus de ce monde
L'ombre de son ombre
Dis
De quelle clef ai-je besoin
Pour rencontrer ton astre
Il me faudrait là, ta main,
Pour étreindre une à une
Mes peurs de n'être plus qu'une...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"...è una continua sborniatura celeste..."

COTRONE (alla Contessa):
rimanga, rimanga così lontana e si provi un po' a guardare come questa vecchietta che ha veduto l'Angelo. Non bisogna più ragionare. Qua si vive di questo. Privi di tutto, ma con tutto il tempo per noi: ricchezza indecifrabile, ebullizione di chimere. Le cose che ci stanno attorno parlano e hanno senso soltanto nell'arbitrario in cui per disperazione ci viene di cangiarle. Disperazione a modo nostro, badiamo! Siamo piuttosto placidi e pigri; seduti, concepiamo enormità, come potrei dire? mitologiche; naturalissime, dato il genere della nostra esistenza. Non si può campare di niente; e allora è una continua sborniatura celeste. Respiriamo aria favolosa. Gli angeli possono come niente calare in mezzo a noi; e tutte le cose che ci nascono dentro sono per noi stessi uno stupore. Udiamo voci, risa; vediamo sorgere incanti figurati da ogni gomito d'ombra, creati dai colori che ci restano scomposti negli occhi abbacinati dal troppo sole della nostra isola. Sordità d'ombra non possiamo soffrirne. Le figure non sono inventate da noi; sono un desiderio dei nostri stessi occhi.

Luigi Pirandello, I giganti della montagna

Patoublues ha detto...

Geniale!

Anonimo ha detto...

L'amore non consiste nel guardarsi negli occhi, ma nel guardare insieme nella stessa direzione.
[Antoine de Saint-Exupéry]

Patoublues ha detto...

cette nuit je vais me coucher ivre de beaux mots!