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venerdì 2 novembre 2007

favola

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano.
- Ma cosa ti manca? – gli chiedeva il Re. – Che cos’hai?
- Non lo so, padre mio, non lo so neanch’io.
- Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo, e te la farò sposare, fosse la figlia del Re più potente della terra o la più povera contadina!
- No, padre, non sono innamorato.
E il Re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva, e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa.
Il Re mise fuori un editto, e da tutte le parti del mondo venne la gente più istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domando consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re. – Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stelle; ecco cosa dovete fare. Cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua.
Quel giorno stesso, il Re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l’uomo contento.
Gli fu condotto un prete – Sei contento? – gli domandò il Re.
- Io sì, Maestà!
- Bene. Ci avresti piacere a diventare il mio vescovo?
- Oh magari, Maestà!
- Va’ via! Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato; non uno che voglia star meglio di com’è.
E il Re prese ad aspettare un altro. C’era un altro Re suo vicino, gli dissero che era proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace. Subito, il Re pieno di speranza mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia.
Il Re vicino ricevette gli ambasciatori, e: - Sì, sì, non mi manca nulla, peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero soffro tanto che non dormo alla notte! – E gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro.
Per sfogare la sua disperazione, il Re andò a caccia. Tirò a una lepre e credeva di averla presa, ma la lepre, zoppicando, andò via. Il Re le tenne dietro, e s’allontanò dal seguito. In mezzo ai campi, sentì una voce d’uomo che cantava la falulella. Il Re si fermò – Chi canta così non può che essere contento! – e seguendo il canto s’infilò in una vigna, e tra i filari vide un giovane che cantava potando le viti.
- Buondì Maestà – disse quel giovane. – Così di buon ora già in campagna?
- Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico.
- Ahi ahi Maestà, no, non ci penso nemmeno, grazie. Non cambierei neanche con il Papa.
- Ma perché, tu, un così bel giovane...
- Ma no, vi dico. Sono contento così e basta.
- Finalmente un uomo felice! – pensò il Re. – Giovane, senti: devi farmi un piacere.
- Se posso con tutto il cuore Maestà.
- Aspetta un momento – e il Re, che non stava più nella pelle dalla contentezza, corse a cercare il suo seguito: Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo! – E li porta da quel giovane – Benedetto giovane, - dice, - ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi...
- Che cosa Maestà?
- Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! – e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca. Tutt’a un tratto si ferma, gli cascano le braccia. L’uomo contento non aveva camicia.
*
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(Mi chiedo spesso cosa causa la felicità vera nell’uomo. Un luogo, una persona, più persone, un progetto realizzato, le piccole cose, le grandi cose? La felicità stessa causa altra felicità? No perché io quando mi sento felice o troppo felice... penso spesso a quando questa felicità sarà sfumata nel nulla quindi di conseguenza perdo i miei attimi di felicità...)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Per essere felici, basta pensare a quelle persone più infelici.
Se non ci sono persone più infelici...
Parblé!
Cosa vuoi che ti dica...
guarda un po' a Castelbuono come sono messi!!!
Con tre asinelli che hanno regalato loro, si sentono le persone più felici del mondo.

Anonimo ha detto...

lQuesta favola è belissima e ricca di insegnamenti morali.
Si vede che Adele è una ragazza in gamba, in quanto legge autori eccellenti.

Patoublues ha detto...

autori eccellenti si, ma chi me li ha consigliati?

Lera ha detto...

Sono dell'idea che dobbiamo goderci i momenti che ci sono regalati, perchè felicità e tristezza si susseguono ma non ci daranno mai le stesse sensazioni!Dopo questa perla di saggezza torno a lavoro!!
Ciao Adi!!!!

Polymnia21 ha detto...

E' vero, spesso vivendo la felicità di un momento si pensa a quando questa sarà finita... ma io penso che senza i momenti di tristezza non si godrebbe la felicità. Non la si riconoscerebbe neppure. E proprio i momenti brutti ti preparano alla felicità suprema di quando questi saranno passati!
Mamma miaaa...

Patoublues ha detto...

mamma mia come siamo filosofi in questo post!!! O_o



^_^